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Mamma Anita è in vena di ricordi questa mattina ,oggi ci farà scoprire un dolce di origini povere e contadine, ideato per ottimizzare i pochi ingredienti a disposizione nei casolari in autunno e creare un dolce in grado di addolcire un po’ le sofferenze portate dalla miseria.

I luoghi sono quelli del riminese e del santarcangiolese fino a Borghi e Savignano sul rubicone
Anita racconta  che in occasione della vendemmia i contadini selezionavano i grappoli più belli di uva Sangiovese per mangiarli in purezza con un po’ di pane o fare qualche dolcetto.
Si appendevano in soffitta, spesso alle travi di legno del solaio, e se la famiglia era parsimoniosa (e non troppo golosa!) potevano arrivare fino a Natale.
Le donne di casa accontentavano la golosità di grandi e piccini con la micca romagnola, una sorta di ciambella fatta con farina di polenta, farina di grano e uva nera.
Ovviamente mamma Anita  non ha dimenticato questa tradizione e in questa stagione, la ripropone per mantenerla viva e oggi la tramanda a noi.
E’ un dolce poco zuccherino ma l’uva lo rende davvero gustoso!
MICCA ROMAGNOLA
Ingredienti
250 gr di farina di grano 00
250 gr di farina di polenta
100 gr di burro
200 gr di zucchero
un bicchiere di latte
2 uova
1 busta di lievito
uva fresca nera sangiovese

Procedimento
Unire uova, zucchero, burro ammorbidito e mischiare: aggiungere poi le due farine, il lievito e il latte. L’impasto deve risultare piuttosto sodo, se così non fosse, aggiungere o latte o farina.
Dalla pasta ottenuta si ricavano dei panetti grandi quanto un maritozzo e altrettante palline più piccole. La pallina va stesa come una piadina sottile e arrotolata attorno al panetto precedentemente ricavato. Mentre la sia avvolge, nello spazio tra la piadina di pasta e il panetto vanno inseriti man mano i chicchi d’uva. Alla fine, aggiungere altri chicchi in superficie cercando di spingerli un po’ con il dito. A questo punto la micca è pronta, basta infornarla a 180° e farla cuocere per almeno 45 minuti o finchè non risulta bella dorata.

 
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